Priego Dio mi doni in prima grazia d'amarlo e servirlo con tutto il mio cuore e forze; che così desidero.

Priego Dio mi doni grazia d'amare il mio prossimo come me stessa che così desidero.

Priego Dio mi doni spirito d'umiltà e disprezzo di me stessa che così desidero.

Priego Dio mi doni grazia che sii diligente che la roba che passa per le mie mani vada con buon recapito che così desidero.

 

Festa della Beata Maria Repetto

         Domenica 5 Gennaio 2020, nella Chiesa di Casa Madre è stata celebrata la Santa Messa in onore della Beata Maria Repetto, presieduta da sua Eccellenza Mons. Martino Canessa, e con la presenza di numerose consorelle e i fedeli laici abbiamo ringraziato il Signore, per il dono, che nella persona della Beata Repetto ha fatto alla nostra Comunità, alla Città di Genova e alla Chiesa Universale.

         Nella sua Omelia, sua Eccellenza, rivolgendosi alla Comunità delle suore e ai laici presenti, ha esposto brevemente gli aspetti più importanti della vita della Beata Repetto (data della sua nascita, l’ingresso in Comunità e gli impegni svolti all’interno della Famiglia Religiosa), e gli insegnamenti che dal suo esempio possiamo “raccogliere” per la nostra vita:

  • Il suo attaccamento al Signore

Ha imparato in Famiglia a pregare e a tener conto che nella vita bisogna avere un rapporto concreto con Dio. Questo insegnamento lo porterà avanti nell’arco della sua Vita Religiosa che Ella ha saputo mettere assieme il dovere e la Preghiera. Durante la giornata di lavoro si recava in chiesa per qualche istante a far Visita al Ssmo. Sacramento.

  • Ha cercato di imitare Gesù: umile e povero

Sappiamo che nell’arco della sua vita, la Beata Repetto ha cercato di vivere il suo voto di Povertà in maniera concreta, portando avanti un modello di vita molto sobrio, distaccata dalle cose materiali e superflue. Ma bisogna evidenziare che, nell’aspetto in cui Maria Repetto ha imitato particolarmente Gesù Cristo è nell’esercizio della Carità al prossimo. Ha accolto nella portineria del convento i poveri, i tribolati, i disperati, usando nei loro confronti molta pazienza e rispetto, anche se molte volte ha dovuto accettare le umiliazioni provocate al contatto con le persone che si accostavano a lei.  Gradualmente questa sua capacità d’accoglienza è diventata un patrimonio di Genova, per cui ad un certo momento i Genovesi hanno pensato di darle il nominativo della “Monaca Santa”.